La carenza di movimento che è andata sempre più aumentando in questi anni, ha determinato e sta continuamente determinando disastri sul piano del sano sviluppo psicofisico dei nostri giovani.
Le conseguenze di questa situazione si stanno evidenziando, purtroppo, anche nella scuola, provocando disastri non sono solo sul piano fisico, come si poteva credere ancora qualche decennio fa’, ma anche sul piano dello sviluppo delle funzioni logiche spaziali e temporali. Cioè i danni si stanno manifestando in quegli ambiti dello sviluppo del pensiero che da tempo le neuroscienze hanno denunciato.
I nostri bambini vivono in un corpo che non conoscono. Per esempio, numerosi bambini entrano nella scuola primaria senza sapere quale sia la mano destra o la sinistra non avendo concluso il processo di lateralizzazione, con il risultato di essere in gravi difficoltà in tutti gli apprendimenti scolastici.
I disastri a livello corporeo hanno conseguenze molto gravi anche nello sviluppo emotivo evidenziando difficoltà nell’ambito delle relazioni sociali con manifestazioni di problemi di tipo relazionale.
Queste constatazioni, impossibili da non vedere, sono riconoscibili da tutti, Docenti e Genitori. Un urlo di allarme sta nascendo anche da Pediatri, Psicologi e dalle loro Associazioni.
Siamo in una situazione di allarme anche per quanto riguarda il sovrappeso di una percentuale troppo elevata di giovani. Questa situazione porterà nel tempo allo sviluppo di gravi malattie già nella giovane età.
Il quadro espresso è fondamentalmente causato da una grave carenza di movimento perché è solo attraverso l’azione corporea, il problem solving stimolato dai giochi, le situazioni relazionali che si creano nelle attività ludiche che è possibile uno sviluppo equilibrato della personalità dei giovani.
Nel quadro orario attuale l’unica materia che si interessa del corpo è l’Educazione Fisica e solo per due ore settimanali nelle scuole secondarie. Nella scuola primaria è spesso proposta come premio per chi è bravo e sta attento e non come un bisogno e un diritto fondamentale dei bambini.
In Europa e nei paesi più evoluti del nostro, ormai troppi, le ore di lezione nella scuola sono numerose e condotte da Docenti preparati in modo specifico per i vari ordini di scuola. Anche l’attività sportiva, grande strumento educativo e di formazione dei giovani, è gestita interamente dalla scuola.
In Italia, purtroppo, abbiamo il CONI, una struttura elefantiaca e del tutto inutile, simile a un Ministero, che si interessa di uno sport competitivo e purtroppo ultra selettivo, come la ricerca fin da piccoli dei talenti fisici, e che toglie alla scuola ingenti finanziamenti che dovrebbero essere messi a disposizione di tutti i giovani italiani per ottenere sicuramente migliori risultati sul piano sociale.
Quando si dichiara che lo sport competitivo e selettivo migliora la salute dei giovani e crea persone migliori, si sbaglia totalmente, perché non è quel tipo di attività esclusivamente ripetitiva e puramente fisica che fa migliorare i giovani. Noi ci stiamo riferendo al ruolo educativo e di sperimentazione personale che modifica le strutture mentali e relazionali dei giovani rendendoli persone più complete sia sul piano dello sviluppo relazionale sia sul piano delle funzioni logiche, spaziali e temporali oltre che delle funzioni motorie come la coordinazione o l’equilibrio.
E’ impossibile che persone formate dal CONI possano affrontare e gestire un problema educativo così grave perché la loro preparazione, al di fuori dell’Università come dovrebbe essere di chiunque entri nella scuola, come recita la legge dello Stato Italiano, è indirizzata esclusivamente all’addestramento dei giovani, esattamente l’opposto della direzione che deve avere l’intervento.
Chi osserva in modo onesto e coerente la situazione attuale può solo scegliere di realizzare un Piano di investimento scolastico nell’Educazione Fisica e in tutte quelle attività motorie extrascolastiche che, proprio per il loro obiettivo educativo – formativo, possono e devono essere sviluppate ampiamente nell’ambito scolastico. Solo chi ha approfondito lo studio del movimento in ambito universitario affrontandone tutte le componenti educative potrà capire e definire il programma di intervento.
Dare in mano al CONI questa operazione sarebbe la conclusione di un disastro annunciato.